Appia

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Unterwegs. Die Reise führt aus Rom hinaus in die nähere Umgebung und dann weiter entlang der Via Appia über die Albaner Berge, dann wieder von der Höhe in die Ebene der Pontinischen Sümpfe hinab.

Die Appia ist linear und zerschneidet die Ebene wie ein Band. Sie ist als Transit zu befahren und kein Ort, um zu verweilen. Der heutige Charakter ist schnell, es gibt keine Verbindung, keine Verschmelzung mit dem umgebenden Land. Diese Straße ist ein Korridor, gerahmt durch das lange Band der Pinien, die die Appia nach oben abschließen wie ein Schirm. Die doppelstöckigen Leitplanken rechts und links verstärken den Eindruck, dass diese Strasse ein Tunnel sei. Immer schon war die Appia ein Transitort, in früheren Zeiten durchschnitt sie die Ebene, aus deren Sümpfen man die vermeintlichen Dämpfe der Malaria aufsteigen sah.

Die Pontinische Ebene war bis zur Trockenlegung und Urbarmachung unter Mussolini ein malariaverseuchtes Sumpfgebiet. Berge, die abrupt abbrechen und der Kontrast zu der weiten Ebene im Tal. Das urbar gemachte Land ist im Frühling ein Teppich aus Blüten. Der Frühling kam spät in diesem Jahr, jetzt ist die Vegetation explodiert, die Wiesen strahlend hellgrün wie bei der Alpenquerung, blütenreich, überall wuchernde Glyzinien, die eine oder andere Rose ist schon dabei. Innerhalb weniger Tage sind alle Hecken grün, an manchen Stellen wird gemäht, und unter dem strahlenden Grün kommt schon das dürre Gelb des Frühsommers hervor.

Die Landschaft ist von der Pinie und der Zypresse charakterisiert. Hoch, spitz zulaufend in den Himmel gestreckt die Zypresse, mit tiefen Wurzeln, die die Seelen der Nacht ans Tageslicht holen sagt man. Hoch auch die Pinie, ihre Krone bildet einen flachen dichten Schirm. Gemeinsam formen sie die Ebene, flankieren Wege und Straßen, oder bilden dichte Gruppen.

Die Wegstrecke führt weiter entlang der Appia, über Terracina und die Ebene um Fondi, dann weiter über Formia und Gaeta in Richtung Neapel. Ölbäume, Wein. Die Landschaft wandelt sich, die Vegetation und das Klima brechen um, und der Süden beginnt.

On the road. Il viaggio ci porta negli immediati dintorni di Roma, poi lungo la Via Appia, su per i Colli Albani e, infine, ridiscendendo, lungo la piana delle ex-Paludi Pontine. L’Appia di oggi è una linea retta, un risoluto nastro d’asfalto che taglia la pianura. Un luogo dove transitare senza soffermarsi. Passaggio veloce per auto, senza più collegamento e fusione con le campagne circostanti. Quasi un corridoio, coronato da lunghe sequele di pini sui lati. La doppia barriera di sicurezza stradale, a destra e sinistra, è claustrofobica. In tempi remoti, questa Consolare intersecava paludi, aprendo un varco al viaggiatore tra i vapori mefitici degli acquitrini.

Zona umida, area di malaria endemica. Negli anni ’20, fu il Regime Fascista a bonificarla, restituendola all’agricoltura e debellando l’endemia. Procediamo, all’orizzonte, montagne degradano bruscamente sottolineando il contrasto con l’ampia distesa pianeggiante. È primavera mentre passiamo, gli acquitrini di un tempo ci regalano ora un tappeto fiorito. Quest’anno la stagione è giunta in ritardo. Ci accoglie l’esplosione della vegetazione, prati che irradiano di verde brillante, simile a certi paesaggi alpini. È fiorire a perdita d’occhio, un dilagare infinito di glicini rampicanti; boccioli di rosa si aprono alternandosi gli uni agli altri. Pochi giorni e ogni siepe sarà completamente verde. Anzi, in alcuni punti già si falcia, e nel bagliore di verde che acceca, a ben guardare, qualche nota di giallo già preanuncia l’estate incipiente.

Il paesaggio è punteggiato di cipressi e pini marittimi. Gli alti cipressi svettano apici nel cielo e sprofondano radici nella terra per indicare agli spiriti notturni, si dice, la via per il mondo di sopra. I pini marittimi, invece, spandono chiome piatte e dense. Insieme caratterizzano questa pianura, accompagnano sentieri e strade, e indugiano in densi boschetti.

Il percorso prosegue lungo l’Appia, passando per Terracina e la piana di Fondi, fino a Formia e a Gaeta, diretto a Napoli. Olivi e vigne. Il paesaggio cambia, la vegetazione e il clima gradualmente mutano. Siamo in vista del Sud.

aus: zurück die Seele nicht. Tagebuch einer Reise von Frankfurt nach Rom. Mit Despina Apostolou, Fides Becker, Ninna Korhonen-Schwegler, Julia Roppel, Martina Wolf und Dana Zeisberger. Hrsg. von Sonja Müller, 2018